Giretti disegnetti nasce dalla voglia di condividere la mia passione per i viaggi on the road, con un approccio da taccuino illustrato.
Ogni mese giretti disegnetti racconta con parole, liste e disegni, un viaggio. Un viaggio vero, fatto da persone ogni volta diverse, a cui io chiederò di condividere con me (e te) la propria esperienza. Io mi occupo di raccontarlo e illustrarlo.
Il giretto disegnetto di oggi racconta un viaggio lungo tre mesi per le strade del Giappone, tra Tokyo e Okinawa, fatto da Cristina insieme al marito Michele e al figlio Adamo, che all’epoca aveva 5 anni, nel 2019.
Cristina ha sempre più di un tab aperto per fare ricerca. Libri, luoghi, voli aerei, rose inglesi, piante curative, discipline orientali, ... Scovare curiosità è forse la cosa che le riesce meglio, mentre la cosa che le riesce peggio pare sia cucinare piatti della tradizione italiana. La accompagna da sempre la passione per la geografia (le culture, le lingue straniere che si ostina a studiare), che negli anni è evoluta nel trovare posti da visitare studiando itinerari, quando possibile, e quando non lo è, archiviare per tempi migliori o passarli agli amici. (Suona familiare?)
Si occupa di creazione contenuti per i social e ha un'anima artigiana: un'altra cosa che scova sono i filati, con cui crea splendidi pezzi di maglieria (è proprio suo uno dei pezzi top del mio guardaroba invernale: il gilet/pettorina SB!).
Il road trip è la sua soluzione di viaggio preferita da sempre. Ancor prima che Cristina e Michele si conoscessero, avevano già alle spalle alcuni viaggi on the road. Io mi sono innamorata dello stile di viaggio di questa famiglia seguendo un loro itinerario in Germania, tra i vari musei di auto di cui Adamo evidentemente era impallinato in quel momento (avendo un bimbo fissato con qualsiasi mezzo, questo mi suona ancor più familiare).
In questo caso i mezzi sono vari: auto, aereo per Okinawa, numerosi traghetti, treno, minivan.
L’alga a grappolo/uva di mare (umibudō) ed il tofu di arachidi (jimami tofu), scoperti a Okinawa.
Un ryokan immenso tutto per loro, ben conservato, in una piccola cittadina poco distante da Nagoya. Dovevano rimanere 2 notti, ma ne erano talmente innamorati che hanno deciso di aggiungerne una terza.
I ryokan sono alloggi tradizionali, con i pavimenti in tatami, tavolini bassi, futon per dormire e il classico bagno alla giapponese, con la vasca, per lavarsi. Agli ospiti vengono forniti degli yukata, una sorta di kimono semplice in cotone, da indossare nella propria stanza e negli spazi comuni, e viene servito cibo tradizionale.
In tabella di marcia c’era il Monte Aso nella prefettura di Kumamoto come tappa, ma in quei giorni era sconsigliato avvicinarsi per l’attività vulcanica, quindi hanno proseguito dirigendoci nel profondo sud del Kyūshū, raggiungendo un’altra zona vulcanica, ai piedi del Kirishima. Pare sia stata la miglior deviazione di sempre!
Il viaggio di Cristina, Michele e Adamo è stato lungo, le cose viste e fatte tantissime, elencarle tutte improponibile. Trovi quindi una piccola selezione di chicche e particolarità, raggruppate per tappe secondo una logica temporale e geografica.
Tokyo
All’arrivo in Giappone, il primo mese è stato dedicato al cuore del paese, la capitale che a suo modo è anche una sorta di mondo a sè rispetto al resto. Cristina e Michele avevano già visitato Tokyo, e qui riporto le segnalazioni dei loro preferiti di questo giro.
posti da visitare
3331 arts Chiyoda, grande centro artistico e culturale i cui spazi creativi e gallerie sono allestiti tra le aule di una ex scuola superiore.
[nota mia: purtroppo questo centro ha chiuso nel marzo 2023, non ho trovato per ora news su una riapertura]
Kappabashi dori, via commerciale tutta di negozi per la cucina e la risrotazione
Waseda University, per la cerimonia di inizio anno
Nezu jinja (i jinja sono i templi shintoisti, per capirci anche con chi non è pratico di Giappone, quelli con i portali all’ingresso, spesso rossi)
quartieri più amati
Jinbōchō booktown: librerie e negozi di libri usati
Kōenji: negozietti, bar e locali indie
Nakano, con posto del cuore Nakano Broadway: centro commerciale retrò, tutto su anime & manga
Yanaka e Nippori, con giretto al Nippori Textile District, via dedicata a materiali per cucito e sartoria
Sangenjaya, con un sacco di baretti e izakaya (la versione nipponica del pub)
Kichijōji e parco Inokashira, per godersi la fioritura dei ciliegi (hanami)
Shimokitazawa: negozi di vestiti e accessori second-hand e musica live
gite fuoriporta
Disney sea
Hakone open air museum e lago Ashi
Yokohama
Okinawa
Cristina desiderava visitare Okinawa da quando vide Karate Kid II (nonostante l’avessero girato alle Hawaii, ma a quell’età ancora non lo sapeva), e ci hanno trascorso una settimana. Siccome ai primi di Aprile il clima era abbastanza rigido, si sono dedicati alle scoperte culinarie, girando in minivan e trascorrendo molto tempo nei kissaten (caffetterie) in mezzo alla vegetazione tropicale.
Tra le altre cose hanno visitato:
Sefa-utaki, un luogo di grande importanza nella tradizione e nella spiritualità locale, si trova in una foresta che offre grotte da esplorare e sentieri da cui godere di panorami mozzafiato sull’oceano
Mibaru beach, spiaggia di coralli
Churaumi Aquarium: pur non essendo appassionati di zoo ed acquari, a causa di una tempesta tropicale vi si sono rifugiati per trascorrere la giornata al chiuso e al sicuro. Si tratta di uno dei più grandi acquari pubblici del mondo.
Naha in lungo ed in largo, in particolare il mercato Makishi
Ryukyu Kaiensai Fireworks Festival, in cui sono capitati per caso
Ryujin Hot springs di Senaga. Era la prima volta alle terme Adamo, che da quel momento in poi è stato felice di vivere l’esperienza anche in altre località giapponesi.
On the road da Osaka al Kyūshū
Salutata l’atmosfera tropicale di Okinawa, i nostri eroi sono volati a Osaka, dove hanno noleggiato una macchina che li scorrazzerà in giro per le varie isole per 5 settimane. Si dirigono prima nell’area di Tottori, per poi dirigersi verso il Kyūshū.
Ecco i punti salienti:
Sand dunes (scoperte grazie a Jiro Taniguchi) e poi visita alla città natale del mangaka, Kurayoshi, che si trova ai piedi de “La montagna magica”, opera dello stesso
Non lontano da Tottori si trova la Uradome Coast che ha regalato uno dei panorami più belli di tutto il viaggio
Sakaiminato per visitare la città museo di Shigeru Mizuki, tappa imperdibile per gli amanti degli yokai e del manga horror Kitaro
isola di Miyajima con il santuario shintoista di Itsukushima, è inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, nonché tesoro nazionale del Giappone. L’isola ospita vari templi e santuari e il Museo della storia e del folklore, ma fra tutte le gite, è stata quella che li ha entusiasmati di meno, probabilmente perchè molto turistica. C’erano orde di studenti in gita e Adamo al centro dell’attenzione di tutte le ragazzine che volevano avvicinarlo per fotografarlo, dicendogli “kawaii neee” (trad. “cariiiiinoooo”)
Mifuneyama rakuen Hotel nella cittadina di Takeo, solo per visitare la hall dell’albergo dove è installata Forest and Spiral of Resonating Lamp, l’attrazione luminosa del Teamlab borderless, che a differenza di quella di Tokyo è gratuita e non c’è anima viva
Nagasaki Parco della Pace e Museo della bomba atomica (nel 2005 avevano visitato Hiroshima)
le fermate dell’autobus a forma di frutta di Konagai, realizzate da un gruppo di creators giapponesi nel 1990, ispirati dalla zucca-carrozza di Cenerentola, per rendere il viaggio verso il travel expo di Nagasaki più rilassante
[nota mia: ho scoperto anni fa le fermate di autobus più carine al mondo grazie alla mia spacciatrice ufficiale di tutto ciò che è nipponico e kawaii: Hello Sandwich, che dopo varie zine nel 2021 ha pubblicato la sua guida Japan. La consiglio molto.]
prefettura di Miyazaki per visitare la zona vulcanica e scattare una foto ricordo con il Totoro gigante, poi salire su una barchetta a forma di dinosauro nel Lago Miike di origine vulcanica
giorni felici a Takaharu in mezzo al nulla, tra ragni tropicali (ahimè) e bagni rilassanti all’onsen (le terme giapponesi)
Beppu, sorgenti termali, fumarole. Troppa umidità per sopravvivere. Cristina dichiara “non vedevo l’ora di andarmene”.
Shikoku
Lo Shikoku rispetto al resto del Giappone è meno turistico e piuttosto isolato, quindi anche mangiare qualcosa che non fossero udon (spaghettoni di grano tenero serviti in brodo) è difficile, ma è anche il suo punto di forza principale. Il silenzio, la natura e le campagne amplificano l’esperienza spirituale.
percorso parte del cammino degli 88 templi (Shikoku Henro), visitandone 56 in 10 giorni
Iya valley: una valle remota, famosa per le sue leggende
Matsuyama per le Dōgo Onsen, tra le più antiche e famose terme giapponesi
[nota mia: qui sopra ho disegnato la mascotte di una delle prefetture dello Shikoku, vestita da pellegrino. In Giappone, quasi tutto (enti, istituzioni, luoghi, brand) ha una mascotte ufficiale. Un modo per approfondire il tema mascotte è l’account instagram di @ohioja che nel 2021 ha realizzato anche la zine Mascotte Monogatari, che ho adorato]
Naoshima e Teshima
Triennale di Setouchi ideata allo scopo di rivitalizzare l'area di Setouchi, che ha sofferto di un forte spopolamento. Vengono utilizzati gli edifici abbandonati come spazi espositivi. Si visita a piedi e con la bici elettrica.
Benesse House Museum, progettata da Tadao Ando e utilizzata sia come museo che come hotel, si trova sulla cima di un altopiano e gode di una vista spettacolare sul mare.
Naoshima Bath I ♥湯 che funge anche da installazione d'arte con opere dell'artista giapponese Shinro Ohtake. Un sentō imperdibile.
l’iconica scultura di zucca di Yayoi Kusama
Kyoto
un sacco di templi
Gion district, il famoso quartiere delle geishe
Nomura tailor per shopping di tessuti, perline, accessori da sartoria e minuterie
visita a OOO creative shop & studio, l’edificio “con la faccia” più iconico di Kyoto
Osaka
Hirataka T-site, una libreria enorme tra Osaka e Kyoto
Osaka expo ’70
museo Osamu Tezuka
[nota mia: qualche mese fa ho letto il saggio POP di
(- sono un po’ in imbarazzo a taggarlo - istituzione in tema Giappone e cultura popolare, la sua newsletter è ), che contiene anche un capitolo dedicato alla parabola di Tezuka Osamu e al successo di Astro Boy. Lettura consigliatissima per approfondire la storia recente del paese.]
verso il monte Fuji
The site of Reversible destiny di Arakawa and Gin a Yōrō, Gifu
Mosaic Tile Museum Tajimi a Kasahara
Tokoname, città della ceramica con un maneki-neko gigantesco
visita del monte Fuji a dal lago Kawaguchiko
Tokyo, again
Dopo cinque settimane on the road Cristina, Michele e Adamo sono tornati a Tokyo a fine maggio, con una settimana d’anticipo perché un pò stanchini fisicamente, saltando l’ultima tappa che doveva essere dedicata alla penisola di Izu.
Zero programmi per gli ultimi giorni a Tokyo: a ruota libera, per godersi la città in una veste differente.
Cristina ha condiviso vari post su Instagram dedicati a questo viaggio, li puoi trovare scrollando un po’ indietro sul suo profilo @bonbonolli, dove c’è tanto materiale a riguardo anche nelle storie in evidenza, un circoletto per ogni tappa.
ufficio segnalazione giretti
Se hai fatto un road trip che secondo te merita di essere raccontato, o ne hai seguito uno di particolarmente figo sui social, scrivimi a benedet.silvia@gmail.com o lascia un commento.
chi sono e cosa faccio
Grazie per aver letto fin qui. Se ancora non ci conosciamo, io sono Silvia Benedet, in arte (e sui social) silviabes, e per lavoro creo e abito gli spazi tra comunicazione digitale, vino, illustrazione e viaggi.
Se ti ho incuriosito puoi trovare qualcosa di più sul mio sito.
Ci risentiamo poco prima di Natale (il 22 dicembre) per le note a margine (e gli auguri), mentre il prossimo viaggio illustrato arriva all’inizio del 2024.
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Ma che meraviglia! <3
Che bella questa puntata! Pure io mi porto nel cuore un ryokan a Kanazawa: la luce, il silenzio, una delle notti più belle della mia vita.