In motocicletta tra San Francisco e Portland
giretti disegnetti #1 racconta un roadtrip che ho molto sognato e non mi ha delusa neanche un po'
Giretti disegnetti è una newsletter mensile che si occupa di roadtrips, o meglio, per dirla all’italiana, di viaggi itineranti. Nasce dalla voglia di condividere la mia passione per i viaggi on the road, con un approccio da taccuino illustrato.
Sono mesi che penso a giretti disegnetti, con l’ansia da prestazione, l’ansia da pagina bianca e tutte le loro ansie sorelle, ma finalmente ci siamo: CIAO. Grazie di essere qui, grazie della fiducia e spero che si riveli un bel viaggio. Sia quello che faremo insieme ogni mese, da casa ma magari prendendo appunti, sia quello che vi racconterò oggi.
Ogni viaggio di giretti disegnetti sarà fatto da persone diverse, a cui io chiederò di volta in volta di condividere con me (e voi) la sua esperienza. Io mi occuperò di raccontarlo e illustrarlo. Essendo questa la prima uscita, però, mi piace l’idea di iniziare con un viaggio fatto da me, così è anche la scusa per presentarmi meglio a chi non è qui perchè già mi conosce.
Il giretto disegnetto di oggi racconta un viaggio in motocicletta, da San Francisco (California) a Portland (Oregon) and back, intrapreso da me (Silvia) e mio marito (Marco) nell’estate del 2019.
Io e Marco siamo dei viaggiatori curiosi ma piuttosto spartani. Ci piace viaggiare su ruote, e in particolare, prima di diventare una famiglia di tre persone (nostro figlio Bernardo è nato nel 2020) ci dedicavamo ai viaggi su due ruote, per noi sinonimo di libertà, spensieratezza, di pause caffè e di essenzialità (specialmente nel bagaglio). Siamo interessati alle strade secondarie e panoramiche, a riempirci la pancia di cose buone, a passare la notte in posti particolari e accoglienti, ai paesini di provincia, a scovare mercatini e negozietti di carabattole. Il viaggio che ho scelto di raccontare qui riassume alla perfezione queste nostre attitudini.
Una motocicletta Triumph Bonneville T100, noleggiata da Eagle Rider
Le pies di Pennington farms. Questa è stata una deviazione fortunata. Ci siamo accorti di essere, per caso, abbastanza vicino ad un posto che Marco aveva visto mesi prima online, cercando info sull’Oregon, ed è bastata una deviazione di pochi km per raggiungerla. Si tratta di un’azienda agricola a conduzione familiare che coltiva frutti rossi, e sforna ogni giorno torte ripiene (oltre a muffin, gelato e marmellate), che serve nella bakery all’ingresso dell’azienda, calde e fragranti. Solo avvicinandosi al capannone di legno si è avvolti dal loro profumo delizioso. Se l’avessi solo immaginato non avrei potuto crearlo meglio.
La Water Tower a Elk, Califonia (sospiro): non so se mai dormirò in un posto più bello. O meglio, più nelle mie corde. Elk è un paesino a poca distanza da Mendocino, piccolo e carino. La Water Tower si raggiunge deviando dalla Highway 1 in una strada nel bosco, che noi abbiamo percorso sempre (sia pomeriggio che sera che mattina) semi avvolta nella nebbia.
Si tratta, e il nome già lo dice, di una torre idrica, di legno, costruita insieme alla casa principale che si trova a poca distanza, ma che è completamente separata dalla torre. La torre è ancora funzionante ma dal 2016 è stata restaurata per diventare un accogliente nido per viaggiatori. Quando arriviamo è già aperta per noi, e dentro c’è la musica che va. Accendiamo la stufa, mettiamo un altro disco nel giradischi, e ci godiamo questa atmosfera un po’ hipster e un po’ onirica, con la copertina sul divano, sfogliando la collezione di National Geographic d’epoca e vecchi manuali scout. I proprietari hanno lasciato tante piccole istruzioni illustrate per gli ospiti… forse giretti disegnetti è nato anche un po’ qui.
Siamo in Oregon, e stiamo percorrendo la 101. Ci stiamo divertendo molto e il paesaggio ci incanta. Siccome il tratto di oggi non prevede tantissime ore di viaggio, e la notte, prevista a Portland, è già prenotata, decidiamo di non prendere la via più breve che ci porterebbe alla città, ma di continuare un po’ in su, prima di addentrarci nell'entroterra.
Passando in un paesino sperduto di nome Beaver, tra casette con esposta la bandiera americana, veranda, pickup del vialetto, una roulotte e un recinto per le galline in giardino, vediamo un cortile in cui sono esposte varie insegne, una macchina d’epoca e una pompa di benzina. Ovviamente ci fermiamo, e facciamo così conoscenza con Julie e Larry, che insieme hanno dato vita al Becker’s cabins auto camp, un po’ museo, un po’ negozio di antiquariato, un po’ campeggio, con alcune roulotte vintage sul retro, e pieno zeppo di memorabilia e cianfrusaglie, tutte a tema motori & co. Ricorda un po’, per chi lo conosce, il museo Fisogni (ne ho parlato a suo tempo qui). Larry è uno a cui piace raccontare storie e noi lo assecondiamo. Compro quello che può starmi facilmente nello zaino: una calamita, un adesivo e una decalcomania. Ripartiamo stra felici.
Da San Francisco a Elk CA
l’emozione di attraversare il Golden Gate bridge, il cui rosso brillante è apparso all’improvviso tra la nebbia della baia e l’azzurrissimo del cielo. La traversata mi ha fatto sciogliere il macigno di ansia (io l’inizio dei viaggi lo vivo sempre benissssssimo), mi ha fatto realizzare che sì, lo stavamo veramente facendo
correre sulla Highway 1, tra paesaggi dorati, aria fresca e il Pacifico
la sosta a Bodega Bay, dove Hitchcock ha girato Uccelli
le strade nel bosco
la Water Tower in cui dormiamo
Da Mendocino a Arcata CA
la casa di Jessica Fletcher a Mendocino
le sequoie, e in particolare la Avenue of the Giants
la prima esperienza in un motel, ci sembra di essere in un film
Da Arcata a Yachats OR
il Forest Cafè, uno dei caffè più assurdi in cui mi sia capitato di imbattermi (sia in questo viaggio che nella vita). Inizialmente penso che la parte weird sia il fuori: di fronte, dall’altra parte della strada c’è una sorta di attrazione turistica al cui ingresso campeggia una statua enorme (alta vari metri) che si muove e parla, raffigurante un uomo e un toro azzurro. Il cafè quindi mi sembra più normale, ma per fortuna mi sbaglio. Dentro è arredato a tema “foresta”, con erba e fiori (finti) che pendono dal soffitto, arbusti (finti) qua e là, un orso (finto) alto due metri. A metà locale, come se non bastasse, il tema cambia e diventa "subacqueo", quindi con soffitto azzurro, pesci, reti e una fontana. Un kitsch talmente kitsch che è quasi una piccola opera d’arte. Ho preso un piatto di uova e bacon grande come me. Mi sono pentita di non aver comprato qualcosa al merchandising, ma il Forest Cafè rimarrà comunque sempre con me.
foreste, cabin, camper, campeggiatori: l’immaginario che avevo dell’Oregon prende vita davanti ai nostri occhi!
spiagge, nebbia, scogli, faraglioni, fari
il Drift Inn, dove dormiamo un pub/motel/galleria d’arte
Da Yachats a Portland OR
lo Yaquina head lighthouse
la deviazione improvvisata che ci fa scoprire il Becker's Cabins Auto Camp
pranzo al Dutch Mill Cafè di Tillamook, una diner (una vera diner! come nei film l’ho già detto?) a tema anni ‘50. Sono quasi tentata di prendere uno di quegli scenograficissimi milkshake, con la panna e la ciliegina sopra.
l’airstream anni ‘60 che sarà la nostra casetta a Portland
Portland: negozietti, localini, microdistillerie, librerie indipendenti ma enormi, signature cocktail, food truck e gente vestita da boscaiolo, ci fermiamo un paio di giorni e immagino una dimensione parallela in cui la mia vita è qui
Da Portland all’Umpqua National Forest
il paesino di Aurora, fondato come comune d’ispirazione utopistica/cristiana, oggi un piccolo concentrato di negozi d’antiquariato, mai visti così tanti in una superficie così piccola, il tutto condito con un’atmosfera decisamente Stars Hollow
cena sul fuoco da campo e notte in tenda, nella Umpqua National Forest
Dall’Umpqua National Forest a Wolf Creek OR
sentieri nella foresta, a caccia di cascate
il Crater Lake National Park: un lago blu dentro la caldera di un vulcano
notte in una locanda storica: Wolf Creek Inn, l’atmosfera passa da Stars Hollow alla Signora del West
Da Wolf Creek al Mount Shasta
la colazione al Wolf Creek Inn, con un menù a base di piatti tipici del sud degli USA, dove scopro che i biscuits in America non sono dei “biscotti”. Non ho ancora finito questo viaggio, che questo posto mi ha già fatto venire voglia di pianificarne un altro, con ranch e cowboy.
un parcheggio con dei vecchi autobus scolastici in vendita (i prezzi andavano dai 4000 ai 10000 dollari l’uno)
passare da una colazione che valeva come un pranzo, a un pranzo a base di torte: ci fermiamo Pennington Farm per le sue pies
una città che ci è rimasta sotto con gli anni ‘70 e il new age: Mount Shasta City, non ho mai visto così tanti negozi di CRISTALLI in una volta sola
gli adorabili signori che gestiscono il b&b in cui dormiamo, e che, visto l’aspetto del Dream Inn, possono benissimo essere gli inventori stessi del concetto di “ninnoli”. Il b&b è composto da tre case comunicanti, lui vive in una di queste, con i gatti, e lei vive in un’altra, con i cani. Una delle case è in stile vittoriano, l’altra in stile Andaluso.
Da Mount Shasta City CA a Ferndale
decidere di ritornare sulla costa da qui, per ripercorrere un’altra volta la 101 e poi la Highway 1, che ci è rimasta nel cuore facendoci capire che averla percorsa una sola volta nella vita semplicemente non ci era sufficiente
le facciate vittoriane della cittadina di Ferndale
una caffetteria speciale: Mind’s Eye Manufactory. Oltre a fare un buon espresso, la caffetteria si apre su un laboratorio, dove vari artigiani possono intraprendere i loro progetti, aperto a tutta la comunità locale. Durante la nostra breve sosta c’erano delle canoe di legno in restauro
Da Ferndale a Fort Bragg
nebbia, spiagge, raccolte di ciottoli
Da Fort Bragg a San Francisco
la malinconia nel lasciare la moto è compensata dalla gioia di aver realizzato il viaggio che avevamo tanto sognato (e dal mio sollievo per avercela fatta rimanendo pure incolumi)
un tour nei negozi di dischi di San Francisco
Ho condiviso un po’ di questo viaggio su Instagram, lo potete trovare scorrendo un po’ indietro sul mio profilo (@silvia_bes), cercando l’hashtag #pacificroadprau e ho anche un circoletto tra le storie in evidenza, che si chiama CA/OR
ufficio segnalazione giretti
Se hai fatto un road trip che secondo te merita di essere raccontato, o ne hai seguito uno di particolarmente figo sui social, scrivimi a benedet.silvia@gmail.com o lascia un commento.
chi sono e cosa faccio
Grazie per aver letto fin qui. Se ancora non ci conosciamo, io sono Silvia Benedet, in arte (e sui social) silviabes, e per lavoro creo e abito gli spazi tra comunicazione digitale, vino, illustrazione e viaggi.
Se ti ho incuriosito puoi trovare qualcosa di più sul mio sito.
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Il prossimo appuntamento con giretti disegnetti è tra un mese (e per fortuna, visto che è lunghissima).
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Un'altra bella scoperta dentro Substack! Mi è piaciuta molto la formula di racconto con disegni, appunti ed elenchi puntati.
Quante volte ho pensato anch'io questa frase: "e immagino una dimensione parallela in cui la mia vita è qui".